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IL VESCOVO LANFRANCO |
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Il Barbarossa in lotta con i Comuni
La seconda discesa del Barbarossa in Italia
Lodi vecchio in lotta con Milano
La fondazione di Lodi: fonti storiche a confronto
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Mercoledì 23 aprile 1158 ebbe fine la vecchia città romana di Laus Pompeia con la razzia dei beni mobili, incendio delle case e l'espulsione dei cittadini da parte dei Milanesi. Anche la sede vescovile dovette subire la sorte comune: Lanfranco fu costretto a ritirarsi con il suo gregge a Pizzighettone; ma il 2 agosto successivo lo si ritrova alla testa dei superstiti, riorganizzati per l'occasione, che chiedono al sovrano un altro terreno per un altra città. Ottenutolo, anche il vescovo vi si trasferì per richiamare in vita, prima di tutto, il centro del culto diocesano cioè la cattedrale. |
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Il 3 dicembre, con proprio diploma datato in Voghera l'imperatore approvò ufficialmente la fondazione della sua città. La sanzione papale del trasferimento della sede cittadina e di quella vescovile fu invece molto più lenta a giungere, forse a motivo della presenza in Lodi nuova di un vescovo filo imperiale, qual fu Alberico da Merlino, fino al 1168, e poi per l'adesione alla politica imperiale. |
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Ma, entrata a Lodi nella Lega lombarda con il patto giurato il 22 maggio 1167 e tornati vescovi fedeli a Roma nelle persone di S. Alberto prima, di Alberico II del Corno poi, Alessandro III non esitò più ad intervenire a favore della neonata città e della sede vescovile: il 15 giugno 1177 da Venezia, in rialto, il pontefice confermò il trasferimento, autorizzando anche, come i rettori della Lega avevano fatto in precedenza, ad accogliere nel seno della diocesi cittadini liberi, profughi della distrutta Crema o da altre località vinciniori per rinsanguare il corpo cittadino. |
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