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LA SECONDA DISCESA IN ITALIA |
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Il Barbarossa in lotta con i Comuni
Lodi vecchio in lotta con Milano
La fondazione di Lodi: fonti storiche a confronto
Il vescovo Lanfranco e il trasferimento della diocesi
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SECONDA SPEDIZIONE DI FEDERICO IN ITALIA LA NUOVA LODI
Nella Pentecoste del 1158 si radunò ad Ulma l'esercito imperiale composto di oltre 50.000 uomini e comandato dai grandi dell'impero, laici ed ecclesiastici. Per rendere più facile il vettovagliamento, l'esercito, diviso in vari corpi, passò le Alpi per quattro vie diverse: ENRICO d'Austria e il duca di Carinzia con gli Ungari scesero per la via di Canale, della marca veronese e del Friuli; BERTOLDO di Zaringa con le milizie di Borgogna e di Lorena passò per il San Bernardo; le truppe di Franconia e di Svevia scesero da Chiavenna e il lago di Como; Federico, con la parte migliore dell'esercito prese la via del Brennero. Le prime ostilità si trovarono a Brescia, fu posto l'assedio alla città, mentre gli altri reparti si dilettavano a distruggere tutti i ricchi dintorni, fino a tal punto che i Bresciani si affrettarono a chiedere la pace. Federico, che voleva fiaccare Milano, che costituiva un pericolosissimo esempio per le altre città della Lombardia, fu inesorabile, rinnovò il bando su Milano e ordinò che l'esercito si muovesse alla volta della città ribelle. Al ponte di Cassano, sull'Adda, l'esercito imperiale sostò davanti a quell'ostacolo, ma trovato un punto che sembrava un buon guado, tentò il passaggio con una schiera di cavalli. Molti perirono trasportati dalle acque impetuose, ma molti altri riuscirono a raggiungere la sponda opposta. I cavalieri milanesi si difesero molto bene, poi, non potendo resistere al doppio attacco e al gran numero di nemici, abbandonarono il ponte e arretrarono verso Milano. Allora il Barbarossa iniziò il passaggio dell'Adda. Passata l'Adda, il Barbarossa espugnò e presidiò il castello di Trezzo, poi andò a Castiraga, dove gli andarono incontro, vestiti a lutto, i Lodigiani che lo scongiurarono perché rendesse loro la patria. L'imperatore ebbe per loro parole di conforto, poi si recò al Monte Ghezzone presso l'Adda, e, a quattro miglia dalla vecchia Lodi, segnò i confini della nuova città da edificarsi e di quel nuovo territorio diede l'investitura ai consoli lodigiani RANFO MORENA; LOTARIO degli ALBONI e ARCIBALDO di SOMMARIVA. |
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S.M.S. ADA NEGRI – PLESSO DI VIA X MAGGIO CLASSE 2G |
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